Nel 647 Abd Allah Ibn Saad, fratello del califfo Othman, muove dall’Egitto, i cui abitanti avevano preferito l’invasione musulmana all’anticristianesimo nascosto dell’Impero bizantino, ed effettua una grande razzia nell’Africa bizantina, battendo anche il patrizio Gregorio a Sbeitla. Torna quindi in Egitto. Nel 664 una nuova razzia, guidata da Moaduiya Ibn Hodaidj, infuria nella Bizacena e l’armata bizantina è quasi sterminata a Sousse. Nel 670 Okba ben Nafi si stabilisce nella provincia e fonda Kairouan, donde muove nel 683 alla conquista dell’Africa. Nel 695, Hassan invade nuovamente la Bizacena e si impadronisce di Cartagine. Una parte della popolazione riesce a raggiungere la Sicilia e le isole limitrofe; i resti dell’esercito greco si rifugiano nella zona di Biserta e nella piazzaforte di Beja. Tra il 697 e il 698 il patrizio Giovanni ed Hassan guerreggiano per mare. Hassan esce vincitore e Giovanni fa ritorno a Costantinopoli. Il successore di Hassan, Moussa Ibn Noseir, tenta la conquista della restante Africa bizantina, arrivando ad impadronirsi di Tangeri ; nel 709, il conte bizantino Giuliano cede Ceuta a Tarik, rappresentante di Moussa. Vent’anni dopo, la cavalcata musulmana raggiungerà le mura di Poitiers. Le popolazioni cristiane ottennero la libertà di conservare la propria fede ed il diritto ad una protezione legale. In cambio, dovevano pagare una speciale tassa, non potevano né costruire conventi o chiese, né riparare gli edifici in rovina, era loro vietato professare pubblicamente e propagare la propria fede, non dovevano impedire a nessuno di diventare musulmano né ridiventare cristiani se si erano fatti maomettani, erano infine tenuti ad essere riconoscibili all’aspetto. Inoltre, non potevano evidentemente aspirare a nessun incarico pubblico. Numerosi Cartaginesi erano fuggiti in Sicilia, Sardegna e Pantelleria sulle navi bizantine.Vennero creati diversi “ribât ” centri per l’istruzione islamica dei neo-convertiti, fra i quali numerosi berberi reclutati nell’armata araba. Scarse le testimonianze sulla presenza cristiana nel Nordafrica tra l’ VIII e il XII : fra di esse, le lettere dei papi Adriano I (772-775), Formoso (891-897) e Benedetto VII (974-983) in cui vengono trattati diversi problemi di queste comunità. Lo storico Al Yakoubi, nel suo trattato di geografia, (889) presenta i cristiani del Regno Aglabita citando varie località in cui vivono comunità cristiane : Kairouan, Tozeur, Nefta, Nafzawa, etc. Un viaggiatore arabo, El Bekri, ci parla di cristiani praticanti nell’XI sec. in Algeria ed ammira nella zona di Beja molte chiese che sono, a detta sua, grandi e bei monumenti dell’antichità, ben conservati. Tre iscrizioni cristiane (una commemora il lettore Firmus, un’altra un prete o priore di nome Petrus) ritrovate a Kairouan attestano l’esistenza di una comunità cristiana durante il sec. XI. Tra il 1051 e il 1088, l’Africa è invasa dagli Hilaliani, gli Hammadidi e i Normanni; i cristiani si spostano verso le oasi ed i porti (Béjaia, Mahdia). In due lettere del 1053, Leone IX fa menzione dell’episcopato africano, ridotto allora a 5 Vescovi. Nel 1076 Ciriaco, Vescovo di Cartagine e destinatario di una lettera di Gregorio VII, è l’unico Vescovo della regione. Informazioni più dettagliate su questo periodo molto interessante e poco conosciuto potranno essere consultate in: DJAIT-TALBI-DACHRAOUI-DOUIB-M’RABET, Histoire de la Tunisie. Le Moyen-Age, Tunis, Société Tunisienne de Diffusion.
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