ORIGINI DEL CRISTIANESIMO
La lunga guerra fra Cartaginesi e Romani termina con la distruzione di Cartagine nel 146 a.C. Il territorio di Cartagine diviene la provincia romana d”Africa”. Le origini della Chiesa d’Africa sono assai oscure, anche se si puó affermare che l’annuncio del Vangelo vi fu portato forse immediatamente dopo la Pentecoste, sia da Roma che dall’Oriente. “A Gerusalemme risiedevano dei pii Ebrei, venuti da tutte le nazioni sotto il cielo […] abitanti dell’Egitto e della Libia Cirenaica” (At 2,5-11). Il Cristianesimo, testimonia Sant’Agostino, si diffuse nelle comunità ebraiche che si erano stabilite soprattutto sulle coste: Tripoli, Sousse, Cartagine, Utica, Hammam-Lif. I marinai e i mercanti cristiani andavano alla sinagoga per la preghiera ed annunciavano la loro fede. Sappiamo che la liturgia nordafricana dei primi secoli era di carattere orientale e che la lingua liturgica era il latino, mentre e Roma si usava il greco. Anche le basiliche, come quella di Damous-el-Karita (Cartagine) riproducono modelli siriani. “In sintesi, si potrebbero distinguere due momenti successivi nell’introduzione della nuova fede in Africa. Il paese prende contatto con essa in modo oscuro, probabilmente intermittente: questa è l’opera dell’Oriente. Più tardi, abbiamo un’evangelizzazione regolare, cui fa seguito l’organizzazione di comunità: ecco l’opera di Roma” (A. AUDOLLENT, Carthage romaine).
ORGANIZZAZIONE
La Chiesa ha riprodotto nella sua gerarchia il sistema amministrativo romano. La provincia d’Africa era suddivisa in tre zone: Proconsolare (con capitale Cartagine), Bizacena (con capitale Hadrumetum, oggi Sousse), Tripolitana (di cui faceva parte Jerba). Ogni provincia ha come capo un Primate, ossia il Vescovo più anziano “Di fatto, fin dal tempo di S. Cipriano, il Vescovo di Cartagine gioca in tutta la regione il ruolo del primate” (G. LAPEYRE-A. PELLEGRIN, Carthage latine et chrétienne).
L’Africa cattolica e donatista nel 411
LITURGIA
“Se la liturgia della Parola e quella eucaristica sono composte dagli stessi riti, questi devono susseguirsi nell’ordine che segue : lettura, salmo, Vangelo, omelia, preghiera per i catecumeni e i peccatori ; quindi i catecumeni venivano congedati. Seguiva la preghiera dei fedeli, il Padre nostro, quindi il rito della pace. Venivano quindi l’offerta, la preghiera eucaristica e la comunione. […] S. Cipriano considerava che il rito del bacio di pace era una preparazione all’offerta, e che quindi l’Eucarestia sgorgava dalla memoria di ció che Dio ha fatto per gli uomini specialmente nella Passione di Cristo. Tale memoria è presentata come uno degli atteggiamenti fondamentali del cristiano” (“Echo de la Prélature”, n. 4, 1973).
Lascia un commento