Tra il 400 e il 428 il popolo dei Vandali, non avendo più di che sostentarsi nella propria terra d’origine, situata nell’Europa centrale tra la Galizia e la Slesia, attraversó l’Europa (regione renana, Belgio, Gallia, Gallia Narbonese, Spagna). Una parte del popolo era pagana, altri erano divenuti ariani (cfr. Cap. 2) dietro influsso dei Goti e dei Visigoti. Nel 428, sotto la guida del re Genserico, si stabilirono in Africa, dove il generale Bonifacio, in rivolta contro l’Impero, li aveva chiamati a combattere contro Roma. Nel 429 raggiungono Tangeri e Ceuta, per proseguire verso Est. Agostino riuscirà a far capire a Bonifacio il proprio errore, ma questi verrà sconfitto e si rifugerà in Italia. Nel 430 i Vandali assediano Ippona e nel 435 Genserico firma con l’Imperatore Valentiniano la pace di Ippona, che gli assicura il possesso dei paesi occupati; egli medita di conquistare tutta quanta l’Africa romana, ma prima reputa necessario annientare la Chesa cattolica. La persecuzione ha inizio nel 437. Il 19 ottobre 439, violando il trattato di Ippona, Genserico conquista Cartagine. A partire da quel momento la persecuzione fu generale, soprattutto dopo il ritorno di Genserico dall’Italia (455), dove fra l’altro aveva saccheggiato Roma. Unerico (477-484), figlio di Genserico, manifestó apertamente la propria volontà di annientare il cattolicesimo. Un editto decretó la chiusura delle chiese, la soppressione del culto, il divieto di amministrare il battesimo e l’ordine, la distruzione dei libri liturgici, la messa fuori legge di tutti i cattolici. La conferenza di Cartagine del febraio 484, che doveva rispondere alla domanda di clemenza rivolta a Unerico dall’Imperatore Zenone, fu una trappola : dopo di essa 500 membri del clero di Cartagine furono esiliati in Tripolitania e 5000 fedeli presso i Getuli per essere ridotti in schiavitù. Guntamondo (484-496), successore di Unerico, restituisce ai cattolici le chiese, richiama dall’esilio il vescovo di Cartagine ed autorizza la libertà di culto. Trasamondo (496-523), benché sia un uomo di cultura, non avrà la stessa libertà di spirito : farà esiliare 120 Vescovi, schernire i cattolici dai poeti di corte, coprirà di doni gli apostati e grazierà i criminali convertitisi all’Arianesimo. L’atteggiamento di Ilderico (523-530) è uguale a quello di Guntamondo. L’ultimo re vandalo, Gelimero, benché fervente Ariano, è troppo occupato dalle minacce dei Mori e dei Bizantini per pensare alle questioni religiose. Tale periodo di persecuzioni diede occasione a migliaia di cattolici di testimoniare la propria fede, anche a prezzo della vita e fra atroci supplizi. Per citare solo qualche nome: fra i Vescovi, Pampanio di Vita, Mansueto d’Urusi, Presidio di Sbeitla ; i sette monaci di Gafsa ; i dodici giovani lettori di Cartagine; i nobili Sebastiano, Armogasto e Servo. Durante l’epoca dei Vandali si tennero alcune riunioni dell’episcopato : la prima fu convocata a Roma dal papa Felice II nel 487, ma solo 4 Vescovi africani poterono parteciparvi ; fra il 523 e il 525 vi furono tre riunioni “regionali” a Yonga, Cartagine e Sbiba. Non mancarono in quest’epoca neppure gli scrittori : Fulgenzion di Ruspe (cfr. cap. 2, Vittore di Vita, storiografo della persecuzione vandala e il poeta Diaconzio, che compose il suo Carmen de Deo durante la sua prigionia sotto Guntamondo.
Pagine
- Il Vescovo
- La Diocesi
- Storia
- La Chiesa in epoca Romana: origini
- La Chiesa in epoca Romana: Persecuzioni, Papi, Eresie, Scismi, Scrittori
- La Chiesa al tempo dei Vandali
- La Chiesa in epoca Bizantina
- La conquista Araba (secc. VII-XII )
- L’epoca degli schiavi e dei mercanti (secc. XII-XIX)
- Il secolo XIX
- Il secolo XX
- I Santi Martiri
- Bibliografia
- Testi
Chiesa
Siti Ufficiali
Utilità
Lascia un commento