PERSECUZIONI
Un editto dell’imperatore Nerone nel 64 proclama che la professione del Cristianesimo costituisce di per se stessa un delitto, ció che viene confermato dal rescritto di Traiano del 98. I cristiani compiono tutti i loro doveri civili, ma non possono adorare l’imperatore. Tale crimine di “lesa maestà” giustificherà ogni sorta di persecuzioni fino all’anno 313. Uno schema incompleto dei Martiri in terra tunisina:
- Imperatore
Commodo (180-192) - Martiri
Scillitani (Cartagine, 17-7-180), Madauresi
- Imperatore
Settimio Severo (195-211) - Martiri
Perpetua, Felicita e compagni (Cartagine, 7-3-203), Mavilo (Sousse), Celerina
- Imperatore
Valeriano (253-260) - Martiri
Cipriano (Cartagine, 14-9-258), Martiri di Beja, “Massa candida” a Utica.
- Imperatore
Diocleziano (284-305) Massimiano (286-305) - Martiri
Massima, Donatilla, Seconda (Thuburbo), Felice, Agileo, Catulino (Cartagine), Martiri di Abitina, Rades, Medjez-el-Bab, El-Alia, Sousse
PAPI DI ORIGINE AFRICANA
Sono i Santi Vittore, Milziade, Gelasio I, la cui festa è celebrata nel Nordafrica l’11 gennaio. “I tre vescovi, originari del Nordafrica, eletti al Soglio Pontificio, diedero lustro alla Chiesa con la santità della vita. Vittore I (189-198) decretó un’unica data per la Pasqua. Milziade (311-314) ebbe la gioia di vedere il riconoscimento della libertà per la Chiesa. Gelasio I (492-496) affrontó con fede e coraggio la difficile situazione delle invasioni barbariche, confortando il popolo, riorganizzando il clero, riaffermando l’autorità della Chiesa di fronte al potere imperiale” (Sanctoral, Orano, 1994)
ERESIE E SCISMI
Donatismo
Durante la persecuzione di Diocleziano, numerosi cristiani avevano apostatato e consegnato i vasi sacri e i libri sacri ai pagani. Dopo l’editto di Costantino, si crearono due tendenze nella Chiesa: gli uni predicavano la misericordia nei confronti dei “lapsi” (caduti), mentre altri volevano fossero applicate sanzioni piuttosto dure. Questi ultimi deposero con uno pseudo-concilio il Vescovo Cecilio di Cartagine ed elessero Donato, il quale prese la guida del movimento separatista fornendogli anche basi teoriche: la Chiesa è la società dei giusti, i peccatori non sono più cristiani e tutti i “lapsi” devono essere nuovamente battezzati. La maggior parte delle città ebbe un doppio clero: quello cattolico e quello donatista. Nel 313 si tenne a Roma un concilio, voluto da Costantino e organizzato da papa Milziade, che confermó Cecilio nelle sue funzioni. Il donatismo sopravvisse e venne anche tollerato, dopo un editto del 321. Una conferenza contraddittoria, organizzata a Cartagine da S. Agostino, chiarí le questioni fondamentali in gioco, ma l’eresia continuó fino all’epoca dell’invasione araba (sec. VII).
Arianesimo
Ario, prete d’origine libica, era responsabile di una chiesa ad Alessandria. Partendo dal principio che Dio è l’Assoluto, aggiungeva che di conseguenza Egli è incomunicabile e che Cristo non è altro che creatura e figlio adottivo di Dio. Poiché Ario propagandava tali idee, Costantino convocó un concilio a Nicea nel 325, che condannó la dottrina ariana e proclamó Gesù “della stessa sostanza” (consubstantialem) del Padre. L’Arianesimo tuttavia raggiunse i popoli germanici, soprattutto i Vandali, che ritroveremo in Africa nel V sec. e che esilieranno i difensori del Cattolicesimo, nel tentativo di uniformare la dottrina.
Il Manicheismo
Mani, nato in Persia nel 215, compiló una sintesi delle proprie scoperte spirituali, basate sulla dottrina della coesistenza del Bene e del Male, dell’Eterno e del Transitorio, dello Spirito e della Materia. Cristo sarebbe un messaggero della luce, che è potenza contro il male e la Sua vita altro non sarebbe che apparenza ingannatrice. L’Antico Testamento veniva rigettato, come pure buona parte dei Vangeli. L’organizzazione della setta copiava quella della Chiesa e manteneva il Battesimo e l’Eucarestia. Il Manicheismo si impiantó in Africa verso il 300; S. Agostino fu manicheo fervente per 9 anni e combatté poi l’eresia una volta eletto Vescovo.
Pelagianesimo
In reazione al fatalismo e all’immoralismo manicheo, Pelagio (monaco d’origine inglese, vissuto fra il 360 e il 422) esalta l’eccellenza della creazione, la libera responsabilità dell’uomo, la potenza della volontà per raggiungere il bene. Minimizza la portata del peccato originale ed il ruolo della Grazia di Dio. S. Agostino confuterà quest’ultimo punto. Il Pelagianesimo e il Semipelagianesimo furono condannati al Concilio d’Orange del 529.
SCRITTORI
La storia della Chiesa del Nordafrica rappresenta un’esperienza originale e di particolare ampiezza, in quanto punto di partenza di uno sviluppo culturale e religioso che si irradia in Occidente. Essa lascia una traccia profonda nella letteratura ed in particolare nei documenti relativi alle persecuzioni. “La Chiesa d’Africa è la figlia maggiore della latinità, maggiore anche rispetto a Roma” (H. Grégoire)..
Tertuliano (155-?222) Cartaginese, figlio di un militare pagano che gli diede un’educazione approfondita in diritto e retorica. Proseguí gli studi a Roma. Divenne cristiano in seguito alla testimonianza di fede e di coraggio dei martiri. Per Tertulliano “il criterio della verità è l’autorità della Chiesa, poiché ad essa Cristo ha affidato il Suo messaggio, ad essa appartengono le Scritture e l’eredità degli Apostoli”. Tertulliano introduce nella teologia occidentale un linguaggio giuridico (“culpa, reatus, satisfacere, promeri”); è il primo teologo latino che tenta di esprimere la dottrina tradizionale sulla Trinità; introduce nella teologia il termine “persona”, il cui valore è definitivo. Diventerà un adepto del Montanismo (una setta creata da Montano nel 160), il cui rigorismo piaceva al suo temperamento esigente.
Cipriano (200-258) Nasce a Cartagine da ricchi genitori pagani. Terminati gli studi, diventa presto un celebre retore. Dice di sé: “vagavo all’avventura nelle tenebre della notte, sballottato qua e là sul mare agitato del mondo. Galleggiavo alla deriva, ignorando la mia vita, straniero alla verità ed alla luce. Dati i miei costumi di allora, ritenevo difficile e disagevole ció che la bontà divina mi prometteva per la mia salvezza”. Un amico prete, Cecilio, con la sua santa vita attrae verso Cristo Cipriano, che riceve il Battesimo, dona la maggior parte dei suoi beni ai poveri e diventa sacerdote alla fine del 248. Alla morte di Donato, Vescovo di Cartagine, il popolo lo reclama come Pastore. Non mancarono a Cipriano le prove: la persecuzione di Decio, durante la quale si nascose e continuó a guidare la Chiesa, i problemi dei “lapsi” e dei cristiani presi in ostaggio che dovette riscattare, un’epidemia di peste, durante la quale organizzó una rete di assistenza. Numerosi sono gli scritti di Cipriano; il più importante è il Trattato dell’unità della Chiesa (“L’unità della Chiesa riposa sulla carità, ma è sigillata dall’obbedienza al Vescovo legittimo e dalla comunione dei Vescovi”). Si devono a lui anche diverse lettere pastorali. Per quanto riguarda la dottrina dei Sacramenti, Cipriano afferma la necessità della Riconciliazione, nella quale distingue tre parti (contrizione, confessione, soddisfazione) e riafferma la Presenza reale di Gesù nell’Eucarestia. Allorché l’imperatore Valeriano rilancia la persecuzione dei cristiani nel 257, Cipriano rifiuta di sacrificare ed è pertanto esiliato a Curubis. Dopo un anno viene richiamato a Cartagine e condannato a morte. Al momento del supplizio, si spoglia, prega, fa dare 25 monete d’oro al boia e riceve il colpo di grazia. É il 14 settembre 258.
Agostino (354-430) Essendo impossibile parlare in modo esaustivo di S. Agostino, segnaliamo subito un sito italiano: www.augustinus.it
Agostino nacque a Tagaste (attuale Souk-Ahras-Algeria) il 13 novembre 354. Suo padre Patrizio era pagano, sua madre Monica cristiana. Studió a Madauro, quindi a Cartagine, ove divenne professore di eloquenza, prima di partire per l’Italia (Roma, Milano). La ricerca della verità che lo aveva portato a seguire diverse strade (manicheismo, neoplatonismo) ebbe il suo avvenimento decisivo a Milano, dove la lettura delle Scritture e la frequentazione del vescovo Ambrogio lo decisero ad appartenere a Cristo ed alla Chiesa: Agostino fu battezzato il 24 aprile 387. Subito dopo, tornó in Africa, accompagnato da Monica, che morí durante il viaggio. A Souk-Ahras, che aveva raggiunto dopo una breve sosta a Cartagine, Agostino fondó un monastero in cui trascorse tre anni di raccoglimento e di studio. Ordinato sacerdote ad Ippona nel 392, divenne coadiutore del Vescovo Valeriano nel 395 e nel 396 fu eletto Vescovo. Morí ad Ippona il 28 agosto 430, durante l’assedio dei Vandali. Opere principali: Le Confessioni (autobiografia), La Città di Dio (teologia della storia), Lettere, 500 Sermoni.
Fulgenzio (467-532) Gordiano, nonno di Fulgenzio, faceva parte del Senato di Cartagine. Fu esiliato e privato dei suoi beni nel 439 dai Vandali. Il figlio Claudio, padre di Fulgenzio, rientró dall’esilio, ma poté recuperare solo i beni di Telepte. Fulgenzio, per parte sua, seppe cosí bene amministrare il patrimonio familiare che venne nominato “procurator” dell’Africa Bizacena. Ma questa funzione non lo soddisfaceva. Spinto a vivere più radicalmente la vita cristiana, si fece monaco, quindi si trasferí a Siracusa, a Roma e tornó infine a Cartagine, dove fondó un monastero e fu ordinato sacerdote da Fausto. Fu eletto poi Vescovo di Ruspa (50 km a nord di Sfax) e acquisí una certa autorità all’interno dell’episcopato africano, in ragione della sua umiltà, della sua scienza teologica e delle sue qualità intellettuali. Tra il 502 e il 526 fondó 5 monasteri nella regione di Gafsa. La sua esposizione della dottrina della Grazia, del dogma e della morale cattolici lo misero in conflitto con l’Arianesimo, il che gli valse due esili in Sardegna da parte dei re vandali. Quando questi, per l’una o l’altra ragione, lo richiamavano in patria, Fulgenzio ne approfittava per occuparsi dei suoi fedeli, finché morí a Ruspe nel 532. Opere: trattati di teologia destinati al re Trasamondo, l’opera Adversus Pintani, un trattato sullo Spirito Santo, una lettera ai fedeli di Cartagine, un trattato e tre libri sulla predestinazione e la Grazia, sette lettere a cristiani, sette libri contro il Pelagianesimo, omelie, ecc.
IL MONACHESIMO
Numerosi testi di Tertulliano, Cipriano, Agostino e diverse iscrizioni attestano l’esistenza delle “Sanctimoniales”, donne che consacravano a Dio la propria verginità. Queste dovevano avere almeno 25 anni e la loro promessa era irreversibile. La loro regola consisteva in: obbedienza, povertà, carità, digiuno e astinenza, preghiera e lavoro manuale. Esistevano anche uomini consacrati. S. Agostino trasformó in monastero la sua casa paterna situata alle porte della città. Eletto Vescovo di Ippona, creó un monastero nella propria casa, dal quale uscirono almeno dieci Vescovi, fra cui Urbano, Vescovo di Le Kef nel 413. Fondó inoltre monasteri di soli laici e monasteri in cui presbiteri e laici vivevano insieme. I monaci erano in gran parte “Afri”, cioè uomini e donne berberi romanizzati. Vi erano anche monaci “greci” provenienti dalla Siria, dalla Palestina e dall’Egitto all’epoca della guerra dei Persiani e degli Arabi contro i Bizantini. Fra questi, la figura più eminente è quella di S. Massimo il Confessore, vissuto a Cartagine fra il 626 e il 647. I monasteri il cui priore era Vescovo conobbero violente persecuzioni all’epoca dei Vandali. Fra le località che possedettero uno o più monasteri ricordiamo: Cartagine, Chemtou, Tabarka, Dugga, Thibar, Le Kef, Haidra, Gafsa, Kasserine, Oudna.
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